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martedì 29 maggio 2018

Mario Draghi: L’Euro Vivrà e voi Morirete

Mario Draghi

Mario Draghi,
ha dichiarato in occasione della conferenza stampa della Bce del 4 Aprile scorso;
 frasi che nessun giornale ha colto, ma che, come leggerete, sono di fondamentale importanza alla luce del dibattito attuale sulla permanenza nell’euro.

Le dichiarazioni di Draghi

Un giornalista gli pone questa domanda:

Se, poniamo, la situazione in Grecia o Spagna peggiora ancora, e quei Paesi sono obbligati ad uscire dall’eurozona, esiste un piano per far sì che i mercati non collassino? Esiste una qualche rete di protezione strutturale, specialmente nell’area dei derivati? E la seconda domanda è: cosa accadrebbe della sua Emergency Liquidity Assistance che avete dato a Cipro, circa 10 miliardi di euro, se il Paese lascia l’eurozona?

Il presidente risponde,

Lei sta ponendo domande così ipotetiche che non ho una risposta…beh, posso dare una risposta parziale. Questo tipo di domande sono formulate da gente che sottovaluta di gran lunga quel che l’euro significa per gli europei, per l’euro-area. Essi sottovalutano di molto la quantità di capitale politico che è stato investito nell’euro. È per questo che continuano a chiedere cose come: “Se l’euro si spacca? Se un Paese abbandona l’euro?”… Non è come una porta scorrevole. È una cosa molto importante. È un progetto dell’Unione Europea. Sicché spendete il fiato invano quando continuate a chiedere a gente come me “cosa accadrebbe se…”. Non esiste un piano B.

In secondo luogo, la BCE ha mostrato la sua determinazione nel combattere ogni rischio di ridenominazione (sic). E l’OMT con le sue precise norme, ed agente entro il suo mandato, esiste appunto a questo scopo. Così rispondo alla sua prima domanda. La seconda domanda era sull’ELA, ma ancora una volta è subordinata a “se Cipro lascia…”. Di nuovo, non abbiamo in mente questo… Nessun piano B.

Ma soprattutto ha dichiarato,

La gente come me ha investito tutte le sue fortune, la sua autorità, carriere e prestigio nella costruzione dell’euro. Se l’euro si spacca, noi persone veramente importanti andiamo a pallino: perdiamo tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e potere. Perciò non ci sarà mai un’uscita dall’euro. Troppo grande è il capitale politico che ci abbiamo investito.

Dunque forse per la prima volta, Draghi ha detto la verità: e la verità è che i vertici europei, i banchieri, gli eurocrati non stanno cercando di salvare gli europei, siano essi gli italiani, i ciprioti, i greci o gli spagnoli; stanno cercando di salvare a tutti i costi se stessi e l’euro. Pesantissima infatti la frase pronunciata in seguito da Draghi, “L’euro non è una porta scorrevole; l’euro è la porta della prigione che abbiamo chiuso a tripla mandata; e tanto peggio per voi, carcerati, se morirete di disoccupazione, fame e freddo”.

Lo smantellamento dell’euro sarebbe per la Bce
 un vero e proprio suicidio politico, quindi non avverrà.
Il commento di Blondet

Alla fine dell’articolo, il giornalista italiano esprime il suo rammarico per la situazione del suo popolo e dichiara,

Mi spiace per voi, italiani. Voi che a milioni perderete il lavoro perché avete voluto stare nell’euro «forte»; che vi suiciderete perché Equitalia vi chiede immense cifre che non avete come Imu per seconde case che non vi servono, che non potete permettervi ma che non potete vendere, perché le banche non danno i mutui; mi dispiace per voi che le avete provate tutte per tenere la testa fuori dall’acqua, e adesso non sapete più cosa fare, non avete più speranza; mi spiace per i vostri figli che sono senza lavoro, ma anche senza istruzione, conoscenze e cultura per andare all’estero a cercarlo – perché avete voluto e difeso la scuola «facile e di massa». Mi spiace per voi, soprattutto, perché anch’io oggi dipendo da voi, la mia pensione viene pagata dai giornalisti che sono al lavoro – e che vengono licenziati ormai a vagonate.

Ma poi dice che la colpa è stata proprio nostra,

Ma da un punto di vista oggettivo e spassionato, voi meritate di finire così. Perché in maggioranza schiacciante, vi siete occupati solo di calcio. Non di economia, «perché è difficile», né di politica, «perché tanto fanno quello che vogliono». Perché non avete studiato né lingue né mestieri reali, perché tanto «il benessere» era assicurato come tutti «i diritti» che vi dicevano di avere. Perché non avete capito come cambiava il mondo. Perché non esiste un popolo più provinciale, più abbandonato agli impulsi di pancia, più imperioso nel volerli soddisfatti subito e tutti, più ottusamente aggrappato ai propri interessi più corti e di breve respiro, più litigioso e incapace di unirsi di voi; incapace di scegliersi comandanti fra i migliori; più incivile e passatista ed arretrato culturalmente, più spregiante dell’intelligenza così rara fra voi; mai visto un popolo che espelle all’estero centinaia di migliaia di suoi giovani, i migliori, perché «troppo qualificati» per noi; mai visto un popolo più beotamente prono ad adorare gli idoli sbagliati, che vi venivano proposti all’adorazione di volta in vola. Un popolo così, non merita di vivere.

Vi è piaciuto Ciampi.
Avete venerato Veronesi, Saviano;
avete deriso «i complottisti» che vi dicevano la verità,
perché «il tg non lo dice».

Se siete di sinistra, avete fatto di tutto per stroncare Renzi («infiltrato di destra») e preferito Bersani, ed ora sperate in Barca, perché è «un compagno» (un compagno che vi terrà dentro l’euro, la prigione dei popoli). Avete avuto gran rispetto di Monti. Avete voluto credere che il nemico interno è l’Evasore Fiscale anziché il Parassita Sociale, ancorché siate nel Paese che l’amministrazione pubblica tassa come gli stati scandinavi, ma dandovi servizi come gli africani.

Infine, conclude,

E avete gran rispetto e considerazione anche di Draghi. Draghi vi ucciderà farà del vostro Paese un deserto di industrie, e le industrie che muoiono non torneranno più nemmeno quando tornerete alla lira per disperazione e necessità.

È terribile quel che vi accade e vi accadrà, perché anch’io sono uno di voi.
Ma sul piano oggettivo, avete quello che meritate.
 Che avete scelto. Che avete voluto.


Articolo DA ...
Stop Euro




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domenica 27 maggio 2018

Assegno di Ricollocazione cos'è e come funziona

Assegno di Ricollocazione

E' notizia di pochi giorni fa l'entrata a regime del nuovo strumento di politica attiva elaborato da ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) per il sostegno alla ricerca di lavoro dei disoccupati: l'assegno di ricollocazione.

Preceduto nel mese di marzo da una fase di sperimentazione che ha visto coinvolta una platea di 30mila persone, ora lo strumento pare essere pronto per il suo avvio definitivo. Ma quali sono le caratteristiche di questo strumento e le sue potenzialità?

Destinatari: l'assegno di disoccupazione è rivolto a tutti i disoccupati percettori di Naspi da almeno 4 mesi. Recentemente la misura è stata ampliata anche ai beneficiari del Reddito di Inclusione e ai lavoratori coinvolti nell'accordo di ricollocazione nelle ipotesi di cassa integrazione guadagni per riorganizzazione aziendale o crisi. Tuttavia, per questi ultimi, non sono ancora operative le modalità di richiesta dell'assegno.

Importo: da un minimo di 250,00 € ad un massimo di 5.000,00 €. L'importo viene stabilito in base a due parametri: il grado di difficoltà nel ricollocare la persona disoccupata e il contratto alla base del rapporto di lavoro.

Modalità di richiesta: l'assegno può essere richiesto direttamente dal disoccupato attraverso il portale di Anpal oppure rivolgendosi al Centro per l'Impiego competente. A partire dal 28 maggio potrà essere richiesto anche attraverso i patronati convenzionati con Anpal.




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sabato 26 maggio 2018

Assegno Sociale

Assegno Sociale

L'assegno sociale è una prestazione economica,
 erogata a domanda, dedicata ai cittadini italiani e stranieri in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge. Dal 1° gennaio 1996, l'assegno sociale ha sostituito la pensione sociale.
A chi è rivolto
L'assegno sociale è rivolto ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all'anagrafe del comune di residenza e ai cittadini extracomunitari/rifugiati/titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. I beneficiari devono percepire un reddito al di sotto delle soglie stabilite annualmente dalla legge.
Come funziona
DECORRENZA E DURATA
Il pagamento dell'assegno inizia dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Inoltre, il beneficio ha carattere provvisorio e la verifica del possesso dei requisiti reddituali e di effettiva residenza avviene annualmente.
QUANTO SPETTA
L’importo dell’assegno è pari a 453,00 euro per tredici mensilità. Per l’anno 2018 il limite di reddito è pari a 5.889,00 euro annui e 11.778,00 euro, se il soggetto è coniugato.
Hanno diritto all'assegno in misura intera i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell'assegno.
Hanno diritto all'assegno in misura ridotta i soggetti non coniugati che hanno un reddito inferiore all'importo annuo dell'assegno e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra l'ammontare annuo dell'assegno e il doppio dell'importo annuo dell'assegno.
L'assegno non è soggetto alle trattenute IRPEF.
DECADENZA
L'assegno viene sospeso se il titolare soggiorna all'estero per più di 30 giorni. Dopo un anno dalla sospensione, la prestazione è revocata. L'assegno sociale è provvisorio e il possesso dei requisiti di reddito e di effettiva residenza sono verificati ogni anno.
Non è reversibile ai familiari superstiti ed è inesportabile, quindi non può essere erogato all'estero. Se il soggiorno all'estero del titolare dura più di trenta giorni, l'assegno verrà sospeso. Dopo un anno dalla sospensione, la prestazione viene revocata.

Domanda
REQUISITI
A decorrere dal 1° gennaio 2018, per ottenere l'assegno, tutti i cittadini italiani e stranieri devono soddisfare i seguenti requisiti:
• 66 anni e 7 mesi di età;
• stato di bisogno economico;
• cittadinanza italiana;
• residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale.
Inoltre, i cittadini stranieri comunitari devono essere iscritti all'anagrafe del comune di residenza e i cittadini extracomunitari devono essere titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
Il diritto alla prestazione è accertato in base al reddito personale per i cittadini non coniugati e in base al cumulo del reddito del coniuge per i cittadini coniugati.
Per l'attribuzione si considerano i seguenti redditi del coniuge e del richiedente:
• i redditi assoggettabili all' IRPEF, al netto dell'imposizione fiscale e contributiva;
• i redditi esenti da imposta;
• i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta (vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private);
• i redditi soggetti a imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e società per azioni, ecc.;
• i redditi di terreni e fabbricati;
• le pensioni di guerra;
• le rendite vitalizie erogate dall'INAIL;
• le pensioni dirette erogate da stati esteri;
• le pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
• gli assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile.
Ai fini dell'attribuzione non si computano:
• i trattamenti di fine rapporto e le anticipazioni sui trattamenti stessi;
• il reddito della casa di abitazione;
• le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
• le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi;
• l'assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918;
• gli arretrati di lavoro dipendente prestato all'estero.
COME FARE DOMANDA
La domanda deve essere presentata online all'INPS attraverso il servizio dedicato, al cui interno è possibile scaricare il manuale contenente le istruzioni fondamentali per la compilazione.
In alternativa, si può fare la domanda tramite:
Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
enti di patronato e intermediari dell'Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
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venerdì 25 maggio 2018

Operaio Licenziato da una Macchina



La lettera dell'azienda: "Sa fare il tuo lavoro"



L'operaio, 61 anni, non ci sta: "Mi manca poco alla pensione, lavorare lì per me era la vita". Fallito tentativo di conciliazione con i sindacati. L'avvocato: "Ha anche una disabilità, per lui molto difficile la ricerca di un nuovo impiego"

Per tren'anni ha lavorato a Melzo in provincia di Milano per la Greif Italia S.p.a., ramo italiano di una multinazionale che produce taniche e altri contenitori a Melzo. Per quasi tutta la sua vita professionale, ha dovuto convivere con una pesante disabilità, visto che nel 1991 ha perso una mano. Ora all'operaio, un 61enne marocchino, l'azienda comunica che è licenziato.

La ragione: è stata inventata una macchina che svolge automaticamente il lavoro a cui lui così a lungo è stato assegnato: la posa dei tappi provvisori sui flaconi appena prodotti, prima della verniciatura. Nella lettera di "licenziamento per giustificato motivo oggettivo con esonero dal preavviso", l'azienda è chiara: "La nostra società ha installato una macchina, denominata 'Paint cap applicator', che svolge in automatico il medesimo lavoro sino a oggi da lei svolto. Viene così soppressa la Sua posizione lavorativa".

La ditta riconosce all'uomo l'indennità di legge. Ma lui, che per un'intera vita lavorativa ha servito la stessa azienda, non ci sta. "Mi manca poco alla pensione, appena quattro anni. Lavorare lì per me era la vita. Che almeno mi pagassero i contributi". Un tentativo di conciliazione, mediato dai sindacati, sarebbe fallito. Nel dramma del lavoratore marocchino c'è quello di intere generazioni di lavoratori, 
il cui mestiere dall'oggi al domani viene svolto da computer e macchinari.


Mirko Mazzali, avvocato penalista a cui l'uomo si è rivolto, commenta: "Non si può licenziare una persona che ha lavorato trent'anni in un posto, prossima alla pensione, perché una macchina ha preso il suo posto. Tanto più se si tratta di una persona con una disabilità tale da rendere difficoltosa la ricerca di un nuovo impiego". 



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giovedì 24 maggio 2018

INPS Concorso per mille posti



Un concorso pubblico per quasi mille posti di lavoro all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. E' stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2018 n° 34, il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a 967 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS, area C, posizione economica C1 (qui il testo completo del bando).


Per poter poter partecipare al concorso è necessaria, fra gli altri requisiti, una laurea magistrale o del 'vecchio ordinamento'. La domanda, debitamente compilata, deve essere presentata utilizzando il servizio online entro e non oltre le ore 16 del 28 maggio 2018.



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mercoledì 23 maggio 2018

Offerti 1.400 Lavori in Italia per l'estate


Openjobmetis apre molte nuove opportunità di lavoro in vari settori per la stagione estiva: sono più di 1.400 le figure professionali ricercate su tutto il territorio nazionale. Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni con il maggior numero di posizioni aperte, seguite dal Piemonte e dalla Sicilia, confermandosi zone particolarmente attive.

Ed ecco alcune posizioni aperte, tra le oltre 1.400 ricerche attive nei vari settori. Nel settore horeca e turismo, sono ricercate oltre 300 figure: non solo camerieri, baristi, cuochi e aiuti cuochi, ma anche receptionist e animatori turistici sono tra i profili ricercati nelle aree del Nord e del Sud e Isole, dove molte strutture ricettive e turistiche hanno necessità di ampliare il personale per il periodo estivo.

In ambito vendite - tra grande distribuzione organizzata e retail - parliamo di oltre 200 ricerche attive per supermercati food (scaffalisti e specialisti di reparto) e catene di abbigliamento, accessori e calzature (Addetti vendita) per la prossima stagione dei saldi estivi e la sostituzione di personale diretto in ferie.

In primo piano anche posizioni nel settore logistica e agroalimentare: a Parma, ad esempio, sono ricercati ben 180 figure tra magazzinieri e addetti carico/scarico, di cui 120 prevedono un corso di formazione in preparazione dell’attività lavorativa. Sul settore agroalimentare, invece, tra gli altri, ricerchiamo addetti alla cernita della frutta, senza particolare esperienza pregressa ma con massima flessibilità per coprire il picco di lavoro previsto.

Infine, segnaliamo numerose posizioni per il settore sanità, con ricerca di Oss e Asa per Rsa e case di cura, per la sostituzione ferie del personale diretto e badanti conviventi per la nostra divisione family care: sono oltre 200 i candidati ricercati in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana per questa posizione. "Ci troviamo sicuramente di fronte a uno dei periodi più adatti per inserirsi nel mondo del lavoro", ha dichiarato Laura Piccolo, responsabile grandi clienti di Openjobmetis.


"Come agenzia per il lavoro -ha continuato- gestiamo posizioni aperte di numerose aziende su tutto il territorio nazionale, tra cui importanti società di grandi dimensioni, che sono alla ricerca di figure da inserire durante il periodo estivo. Non parliamo solo di ruoli con esperienza, ma in molti casi anche di figure da formare attraverso corsi dedicati". In tutti i settori, tra le caratteristiche più richieste vi sono: flessibilità e disponibilità a lavorare su turni, oltre ad una anche minima pregressa esperienza, standing e conoscenza di almeno una lingua straniera, soprattutto per i settori Gdo e Horeca.


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martedì 22 maggio 2018

Usa: eliminare la Disoccupazione è possibile



Bernie Sanders lancia il “Job Guarantee”.
 Il governo federale sarà “datore di ultima istanza” dove fallisce il settore privato.
 Numeri alla mano, dicono gli esperti, conviene pagare per lavorare.
 “La vera piena occupazione è sostenibile”

E se provassimo a eliminare la disoccupazione, per tutte le fasce di età e in tutte le regioni, creando direttamente dei posti di lavoro, nelle comunità dove essi servono, attraverso un piano occupazionale statale? Con un'offerta valida in qualsiasi momento, un'opzione pubblica di riserva, sempre disponibile, grazie alla quale il mercato del lavoro transiterebbe verso la piena occupazione,
 la “vera” piena occupazione.

Fantascienza? Non secondo Bernie Sanders. Il #JobGuarantee (versione social) o Public service employment program (versione più ufficiale), è il nuovo cavallo di battaglia del senatore dem, che alle ultime primarie sfiorò il sorpasso su Ilary Clinton, poi sconfitta da Trump (e chissà se anche lui lo sarebbe stato). Insomma, la sinistra democratica americana ha il suo Piano del lavoro e assicura di poter eliminare la disoccupazione “in ogni angolo del Paese”, senza far lievitare tasse e inflazione.



L'analisi economica a cui Sanders fa riferimento (ma ce ne sono anche altre in circolazione) è stata elaborata da un gruppo di economisti, guidati da Randall Wray, del Levy economics institute of bard college, già noto per la sua “Teoria della moneta moderna” (Mmt). Secondo Wray, “non esiste una politica economica più importante della creazione di posti di lavoro”. E allora, l'obiettivo deve essere la piena occupazione, raggiungibile solo attraverso “un programma che preveda il governo come datore di lavoro di ultima istanza”.



Il progetto – che si ispira al New Deal di Roosvelt, mescolandolo con la teoria del “datore di lavoro di ultima istanza” di Hyman Minsky – non ha limiti di tempo e non prevede restrizioni in base al reddito, al genere, alla formazione o all'esperienza. “Esso – spiega lo stesso Wray in un articolo pubblicato su The Nation e tradotto in italiano da economiapericittadini.it – funziona come una sorta di magazzino: nella fase di boom economico, i datori di lavoro assumono lavoratori fuori dal programma, nella fase di recessione economica la rete di sicurezza permette a coloro che hanno perso il posto di preservare le buone abitudini, mantenendoli pronti al lavoro".

I partecipanti saranno soggetti a tutte le normative federali sul lavoro, e le loro violazioni porteranno al licenziamento. "Chiunque sia licenziato per tre volte nell'arco di 12 mesi non sarà ammesso a partecipare al programma per un anno.
I lavoratori saranno autorizzati a organizzarsi attraverso i sindacati”.



Ma veniamo agli aspetti economici: nello studio elaborato da Wray e dagli altri (dal titolo “Public service employment: a path to full employment”), si stima che, stante l'attuale situazione occupazionale negli Usa, il Job Guarantee interesserebbe circa 15 milioni di persone (soprattutto donne e minoranze etniche), che verrebbero assunte con una paga oraria di 15 dollari. Una volta entrato a regime il programma farebbe crescere il Pil – sempre secondo gli economisti del Levy institute – di 560 miliardi di dollari l'anno, in più si determinerebbe anche un effetto a catena sul settore privato, che porterebbe alla creazione di ulteriori 4,2 milioni di posti di lavoro. Un altro effetto importante, sottolineato dai promotori, sarebbe quello di costringere anche il settore privato a portare il salario minimo sopra la soglia dei 15 dollari orari.

Per quanto riguarda invece gli effetti potenzialmente negativi, il professor Wray e gli altri tendono a minimizzare: l'inflazione – secondo le simulazioni effettuate – aumenterebbe al massimo di 0,7 punti percentuali, per poi riscendere rapidamente, mentre l'impatto sulla spesa federale sarebbe (secondo una stima definita “molto cauta”) pari all'1,53% del Pil, nei primi 5 anni, e all'1,13% negli ultimi 5. Ma questo costo sarebbe ampiamente ripagato – spiegano ancora gli economisti – dagli effetti positivi in termini di riduzione della criminalità, di stabilità economica e sociale, di effetti benefici sui livelli di salute e di minori spese per sussidi economici.

“Questo programma pagherà le persone per lavorare, anziché pagarle per non lavorare”, spiega ancora Randall Wray, con un inconsapevole riferimento allo scenario italiano. Ma il punto è proprio questo: dietro il progetto di Job Guarantee, caro a Bernie Sanders e sempre più popolare negli Usa (naturalmente non mancano i detrattori) c’è l’idea che la disoccupazione, con tutti i suoi danni sociali derivati, sia “una scelta politica”, una scelta che “non dobbiamo più tollerare”, perché la vera piena occupazione, assicurano da oltreoceano, “è sia possibile che sostenibile”.


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mercoledì 16 maggio 2018

Salvini sta Prendendo in Giro, Di Maio e Tutti gli Italiani

Salvini sta Prendendo in Giro, Di Maio e Tutti gli Italiani


Salvini sta Prendendo in Giro TUTTI ...

Salvini Fannullone


Salvini Fannullone





Salvini Fannullone


Salvini Fannullone

Salvini Fannullone


L' HO SCAMPATA ANCHE QUESTA 
VOLTA FINO ALLE PROSSIME ELEZIONI
NON FACCIO UN BEL NIENTE E
RUBO LO STIPENDIO COME IN EUROPA


Silvio Berlusconi evasore fiscale

BERLUSCONI DORME MENTRE SI DISCUTE DEL GOVERNO
CON IL PRESIDENTE DELLA 
REPUBBLICA MATTARELLA

Silvio Berlusconi evasore fiscale


Silvio Berlusconi potrà di nuovo correre per le elezioni. 
A deciderlo il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Vengono dunque di fatto cancellate le conseguenze della condanna del 2013 legata al processo sul diritti Mediaset che aveva fatto scattare l'incandidabilità per l'ex premier prevista dalla cosiddetta legge Severino.



LEGGI ANCHE

TeleMilano nel 1974, l'impero pubblicitario di Mediaset e le leggi ad aziendam. 
Ora l'offerta per Comprare la Rai. Storia di un'anomalia italica. Con la sinistra spettatrice...






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I Furbetti della Reggia di Caserta



Al bar o in pizzeria durante l'orario di lavoro. 
Obbligo di firma disposto per due dipendenti. 
Le indagini partite dopo il clamoroso furto nel 2016



Dovevano tenere sotto controllo la Reggia di Caserta invece, durante l'orario di lavoro, si assentavano per ore, magari per mangiare una pizza oppure per svolgere commissioni personali. Per questo motivo due sorveglianti della Reggia, Giovanni Maiale e Raffaele Narciso, sono stati raggiunti da due misure cautelari notificate dagli agenti della squadra mobile di Caserta: obbligo di firma prima di entrare in servizio e dopo avere terminato l'orario di lavoro. Altri quattro dipendenti della sovrintendenza sono indagati in stato di libertà. 
Gli accertamenti erano partiti dopo il clamoroso furto dell'incasso alla buvette della Reggia nel 2016: quando la polizia acquisì le immagini della videosorveglianza insieme alle indagini sui ladri scattò anche quella sui dipendenti della Reggia. Se fossero stati al lavoro quando avvenne il furto probabilmente i ladri sarebbero stati presi in flagranza. 
Nel corso delle indagini sono stati acquisiti diversi video in cui si vedono gli indagati allontanarsi dalla Reggia senza alcuna autorizzazione. Dopo avere timbrato l'ingresso in servizio lasciavano il posto di lavoro per svolgere commissioni o andare a mangiare una pizza. Altre immagini li ritraggono al bar o a fare la spesa. In alcune occasioni sono anche tornati a casa per poi ripresentarsi, a fine turno, solo per vidimare l'uscita. 
Molti dei dipendenti della Reggia, due anni fa, firmarono una nota sindacale in cui accusavano il direttore all'epoca appena arrivato, Mauro Felicori, di "lavorare troppo".

Leggi tutto sul Nuovo Direttore

http://cipiri.blogspot.it/2016/03/reggia-di-caserta-migliore-col-nuovo.html


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Boeri dell' Inps difende i Rider



L'Inps scende in campo per i diritti dei rider. 
"Stiamo lavorando", dice il presidente Tito Boeri "per definire forme di monitoraggio delle piattaforme di intermediazione della gig economy" ossia l'economia di quei lavoretti, fatti di solito dai giovani per arrotondare, ma che possono trasformarsi in altro sia per la disoccupazione che per la difficoltà di arrivare alla fine del mese. Il controllo, aggiunge Boeri, servirà "per vincolare da un lato il datore di lavoro a versare i contributi e dall'altro per tutelare i lavoratori per esempio in caso di malattia o maternità. L'obiettivo è "registrare quelle piattaforme ed essere noi stessi una piattaforma".

"40 km in bici per 4 euro a pizza", la mia vita da rider

"La gig economy - ha osservato Boeri - è un fenomeno nuovo sul quale non siamo attrezzati. E un fenomeno complesso che crea opportunità di lavoro per chi ha esigenze temporanee di reddito, come per esempio gli studenti che hanno bisogno di elevata flessibilità e che quindi non possono avere un rapporto strutturato".


"C'è però un problema - ha proseguito Boeri - nasce come lavoro autonomo, ma ha caratteristiche tipiche di lavoro subordinato, spesso il committente è unico, le modalità non sono tali da coniugare flessibilità con le tutele per i lavoratori. Per questo - ha concluso - siamo al lavoro per cercare di definire modalità che ci permettano di monitorare queste piattaforme".




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lunedì 14 maggio 2018

Trucchi per Trovare Lavoro : tra Colloquio e Curriculum Vitae


Il curriculum vitae è uno degli strumenti fondamentali per un candidato che cerca lavoro. Se lo si scrive nel modo giusto, può distinguersi dalla massa e lo si può usare come lasciapassare per l’ambito primo colloquio. I selezionatori impiegano mediamente 15 secondi per valutare un cv, ma allora come fare colpo in così poco tempo? E, una volta raggiunto l’obiettivo di ottenere un colloquio, come prepararsi al meglio per essere più efficaci?

A questi interrogativi risponde InfoJobs, la piattaforma di recruitment online numero 1 in Italia con oltre 500.000 offerte di lavoro pubblicate nel 2017 e 4 milioni di cv registrati. Insieme ad Hara Risorse Umane, società esperta nella ricerca e nella selezione del personale, ha stilato un decalogo di consigli utili per la ricerca di lavoro. Dall’impostazione del cv al colloquio, passando per il primo contatto telefonico, ecco le mosse giuste e qualche trucco per conquistare il selezionatore.

1. Rispondi all'offerta giusta per te - Accertati che il tuo profilo sia effettivamente in linea con ciò che viene richiesto dall’offerta di lavoro per la quale ti vuoi candidare. E chiediti se quell’offerta risponde davvero alle tue aspettative, perché anche tu puoi e devi scegliere il tuo lavoro di domani.

Non rispondere a ogni annuncio di lavoro che ti sembra vagamente interessante o abbastanza in linea con le tue competenze: non è efficace e genera solo frustrazione. Seleziona accuratamente e concentrati su quelli per cui potresti essere il candidato ideale, senza disperdere energie.

2. Crea un cv completo e personalizzato - Personalizza il tuo cv sulla base dell’offerta per cui ti stai candidando. Non barare, ma valorizza tutte le competenze affini al profilo cercato, usando proprio le stesse parole chiave dell’offerta, per facilitare la ricerca del selezionatore. Ricordati di mettere in luce le competenze trasversali come capacità organizzative, relazionali, impegno e motivazione, capacità di lavorare in team, professionalità e serietà. Inserisci anche qualche informazione personale: hobby, passioni o esperienze di volontariato possono dire molto di te.

3. Non sottovalutare l’importanza del colloquio telefonico - E' il primo contatto con l’azienda e, se non vuoi rischiare di fare brutta impressione, è meglio rispondere con calma e con concentrazione. Se quando il selezionatore chiama non sei disponibile non c’è nulla di male: prendi il nome e il riferimento di chi ti ha contattato e fissa un altro appuntamento telefonico.

4. Scegli un abbigliamento adeguato - Il vestito che indosserai durante il colloquio è fondamentale per una prima impressione. Scegli un look in cui ti senti a tuo agio ma che non sia troppo informale e soprattutto osserva come si vestono i dipendenti dell’azienda per essere in linea con il loro stand, magari andando a prendere un caffè al bar sotto la loro sede qualche giorno prima del colloquio per vedere come si vestono.

5. Presentati da solo - Non hai bisogno di genitori, fidanzato o amici ad accompagnarti, è una situazione che devi saper gestire in autonomia.

6. Arriva preparato - Documentati sull’azienda per cui andrai a fare il colloquio, preparati sul business, cerca su internet cosa si dice di loro.

7. Tieni un atteggiamento composto - Durante un colloquio di lavoro fai attenzione al tono della voce e a come ti muovi. Siedi composto, guarda negli occhi la persona che hai davanti, non parlare troppo veloce o a voce troppo alta, fai delle pause e accertati di avere l’attenzione del tuo interlocutore. Il contatto visivo è importante per calibrare la conversazione, osserva i segnali che ti manda e regolati di conseguenza.

8. Sii te stesso - Non dimenticare mai che la prima qualità che cerca un selezionatore è l’onestà. Non mostrarti per quello che non sei, valorizza i tuoi pregi e quello che sai fare, senza mai mentire.

9. Fai esempi concreti - Quando rispondi alle domande sii concreto, argomenta e fai esempi di situazioni analoghe in cui ti sei trovato, spiegando bene quello che hai fatto, come sei arrivato alla soluzione di un problema, che risultati hai raggiunto. Ad esempio, non basta dire che si è una persona organizzata se non si spiega quando e come lo si è stati.

10. Fai domande - Ricorda che non sei solo tu ad essere sotto esame: la decisione se accettare o meno un lavoro è tua e per valutare al meglio un’eventuale offerta devi essere consapevole. Sii curioso, fai domande sull’azienda, sulla posizione che andresti a ricoprire e su un eventuale percorso di crescita. È lecito chiedere la retribuzione e quali potrebbero essere i tempi di risposta,
 ma non come prima e unica cosa.


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Ispettori del Lavoro: Infortuni e Corsi di Formazione



«Siamo ispettori del lavoro. Dovremmo avere una funzione sociale importante di contrasto al lavoro nero, di tutela della sicurezza, ma siamo senza strumenti e alla mercé di datori di lavoro e lavoratori disperati e furibondi» affermano con voce unanime alcuni dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro di Milano-Lodi, riuniti in assemblea e in procinto di chiedere lo stato di agitazione.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro nasce nel 2015, come riforma a costo zero, con l’istituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro. L’obiettivo  è quello di accorpare in un unico ente, direzioni territoriali e le attività relative alle politiche sociali di INPS ed INAIL per razionalizzare le risorse, controlli ispettivi ed evitare sprechi economici. .«Ma da quanto attestano i lavoratori – asserisce Giorgio Dimauro, Segretario della CISL FP di Milano – l’ente ad oggi, è una scatola vuota, senza risorse e senza senso».

I lavoratori, sul piede di guerra, rivendicano l’impiego di risorse ministeriali in termini di strumentazione informatica e banche dati, una dovuta copertura assicurativa per gli svariati rischi connessi alla funzione ispettiva,  formazione adeguata e miglioramento delle condizioni professionali ed economiche e assunzione di personale.

«L’area ispettiva – conferma il referente sindacale – è assolutamente in carenza di organico rispetto al contesto socio-economico ed alle dimensioni del territorio di competenza , ossia le sedi territoriali di Milano, Monza e Lodi, non si riesce ad assicurare un adeguata presenza e ciò implica  necessariamente il mancato assolvimento dei fondamentali compiti istituzionali».

L’attività degli ispettori del lavoro viene così ampiamente svilita e svuotata dell’importanza sociale che dovrebbe invece avere soprattutto in considerazione
del binomio lavoro regolare-sicurezza sul lavoro.

Inoltre, per quanto riguarda gli ispettori del lavoro effettivamente impiegati nello svolgimento dell’attività di vigilanza, il lavoro si svolge soprattutto all’esterno dell’ufficio, presso aziende, cantieri, esercizi commerciali, logistica e qualsiasi attività imprenditoriale «In questi casi – spiega DiMauro – i lavoratori sono costretti ad utilizzare il proprio mezzo, che l’amministrazione sembra dare per scontato. Consideriamo che – precisa – gli ispettori sono tenuti ad anticipare le spese vive, che vengono rimborsate solamente dopo mesi e decurtate negli importi senza possibilità di confronto e con rimborsi Km irrisori tali da non coprire le spese di benzina e usura del veicolo (non vengono applicate le tabelle ACI che imponiamo alle aziende di rispettare.  Infatti – chiosa – non vengono applicate le tabelle ACI che tutte le aziende sono tenute a rispettare. Occorre tener presente inoltre  – prosegue il referente Cisl – che senza questa disponibilità da parte degli ispettori, sarebbe assolutamente impossibile raggiungere moltissimi luoghi di lavoro della provincia, dalla Brianza al lodigiano, ed in orari disagiati (serali, notturni e/o festivi),
senza il riconoscimento di alcuna specifica indennità».

Sul versante economico, i lavoratori lamentano “gravi criticità” causate dal taglio dei fondi Fua, relativi al salario accessorio, per il 2016 ed il paventato rischio di dover restituire parte delle somme già liquidate nel 2015. «Inoltre – attesta Dimauro – poiché non è stato nominato il Presidente del collegio dei sindaci revisori dell’ispettorato nazionale del lavoro, non sarà erogato il fondo speciale relativo al 2017. In sostanza- prosegue- la competenza relativa alle retribuzioni degli ispettori del lavoro viene rimpallata tra ministero dell’economia, cui prima afferivamo, all’ispettorato che però al momento è una scatola vuota, senza poteri e senza risorse»

Il malcontento degli ispettorati territoriali è generale e  ha preso piede su scala nazionale. Lo scorso 26 ottobre, c’è stata una manifestazione a Roma, indetta dalle maggiori sigle sindacali, Cisl Fp,  Fp Cgil,  uilpa, conf. Confasal unsa, usb, fed. Intesa , flp. I lavoratori dell’ITL di Milano si sono riuniti in assemblea e sono in procinto di aderire allo stato di agitazione nazionale, mentre molti ispettori delle sedi di Varese, Bergamo, Salerno, Brindisi e Terni, hanno già annunciato di non essere più disposti ad utilizzare il mezzo proprio per i necessari spostamenti sui luoghi di lavoro, di chiedere l’anticipazione delle spese per l’utilizzo dei mezzi pubblici, di non effettuare lavoro straordinario e di non partecipare a campagne ispettive speciali.


Morti sul lavoro in aumento,
in 10 anni in Italia 13 mila vittime
Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna dall’inizio del 2018 sul lavoro sono già morte 29 persone in 16 giorni: quasi due al giorno. Secondo l’Inail i morti sul lavoro sono cresciuti dell’1,8% nei primi 11 mesi del 2017

Se potessero parlare — i 13 mila morti sul lavoro censiti negli ultimi 10 anni dall’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro di Bologna — racconterebbero storie che assieme al dolore provocano una rabbia sorda e impotente: troppo simili l’una all’altra, queste tragedie mostrano che sul lavoro si muore sempre allo stesso modo. Disgrazie prevedibili. Sulla carta facili da evitare.

Caduta dall’alto senza il caschetto protettivo, soprattutto in edilizia. Schiacciati da mezzi pesanti in agricoltura. E poi ci sono i casi dell’industria, come quelli degli operai morti ieri a Milano. L’Osservatorio indipendente sul lavoro ha iniziato la sua attività il primo gennaio 2008 su iniziativa di un operaio in pensione, Carlo Soricelli, che ha voluto così onorare la memoria dei sette lavoratori morti alla Thyssenkrupp di Torino. L’Osservatorio conta sia i morti nei luoghi di lavoro sia quelli che hanno perso la vita sulle strade, mentre raggiungevano fabbriche e uffici. Il 2017, secondo questa triste contabilità, si sarebbe chiuso con 632 decessi nei luoghi di lavoro (641 nel 2016), 1.350 se si considerano anche quelli nel tragitto tra casa e lavoro (oltre 1.400 nel 2016). A ieri, le tragedie del 2018 avrebbero già toccato quota 29.

Poi ci sono i dati ufficiali, quelli dell’Inail.Le denunce di infortuni mortali presentate all’Istituto nei primi 11 mesi del 2017 sono state 952, con un incremento di 17 casi rispetto ai 935 dell’analogo periodo del 2016 (+1,8%) e una diminuzione di 128 casi rispetto ai 1.080 decessi denunciati tra gennaio e novembre del 2015 (meno 11,9%). Certo, nel valutare l’aumento di morti e incidenti bisogna tenere conto anche che nell’ultimo anno è cresciuto il numero degli occupati. «Non può esistere progresso economico senza difendere il valore del lavoro — contesta Franco Martini della segreteria nazionale Cgil —. La maggioranza degli infortuni è causata dal mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Risultato della continua rincorsa da parte delle imprese al risparmio e all’abbattimento dei costi».

Tornando ai dati sugli infortuni, tra gennaio e novembre 2017 le denunce complessive (quindi non solo quelle mortali) pervenute all’Inail sono state 589.495. L’aumento di 1.900 casi rispetto allo stesso periodo del 2016 (più 0,3%) è dovuto per la quasi totalità agli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro e viceversa. Gli aumenti più sensibili, sempre in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (più 2.340 denunce) ed in Emilia Romagna (più 1.696), mentre le riduzioni maggiori sono da attribuire alla Sicilia (meno 1.171) e Puglia (meno 933).

Come dire: per i territori poter vantare pochi infortuni sul lavoro è una buona notizia con un retrogusto amaro. Perché avere pochi incidenti purtroppo non è sintomo di maggiore sicurezza e più attenzione nel rispetto delle regole. Ma soltanto di meno lavoro.



Corsi di formazione obbligatori per tutti i lavoratori

A chi è rivolto
Il corso obbligatorio è rivolto a tutti i lavoratori presenti in azienda per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali nei luoghi di lavoro ai sensi degli articoli 36 e 37 del D. Lgs. 81/2008.

il corso è rivolto a:
–  lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (anche part-time)
–  lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato (anche part-time)
–  soci delle cooperative iscritti a libro paga
–  lavoratori iscritti alle liste di mobilità
–  lavoratori in cassa integrazione

APPROFONDIMENTI

L’Accordo Stato‐Regioni del 21 dicembre 2011 disciplina la durata, i contenuti minimi, le modalità della formazione ed aggiornamento dei lavoratori e delle lavoratrici, dirigenti e preposti ai sensi dell’art. 37 del D. Lgs. n. 81/2008.

Come si articola il corso di formazione dei lavoratori?
La formazione dei lavoratori, si articola in due momenti distinti: formazione generale (con programmi e durata comuni per i diversi settori di attività) e formazione specifica, in relazione al rischio effettivo in azienda. (rilevato in funzione del settore ATECO di appartenenza).
 Qual è la durata dei corsi di formazione per i lavoratori?
Durata minima complessiva dei corsi di formazione per i lavoratori, in base alla classificazione dei settori di rischio:
– 4 ore di Formazione Generale + 4 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio basso: TOTALE 8 ore
– 4 ore di Formazione Generale + 8 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio medio: TOTALE 12 ore
– 4 ore di Formazione Generale + 12 ore di Formazione Specifica per i settori della classe di rischio alto: TOTALE 16 ore.

DA SETTEMBRE INOLTRE PARTIRANNO I CORSI DI FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO PER:

ADDETTO ANTINCENDIO

ADDETTO PRIMO SOCCORSO

RAPPRENSENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA

RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE E PREVENZIONE (RSPP PER DATORI DI LAVORO)

OBBLIGO PER TUTTI I DATORI DI LAVORO DI FAR ESEGUIRE LE VERIFICHE DI MESSA A TERRA.

Il DPR 462/01 stabilisce l'obbligo, per tutti i Datori di Lavoro con almeno un dipendente nella propria azienda, di far eseguire la verifica periodica messa a terra sugli impianti elettrici, con periodicità biennale o quinquennale.

La verifica periodica messa a terra può essere effettuata da ORGANISMI ABILITATI dal Ministero delle Attività Produttive, sulla base della normativa tecnica europea UNI CEI, o in alternativa da Asl/Arpa.

Non sono valide quindi, ai fini del DPR 462/01, le verifiche effettuate da professionisti o imprese installatrici.

Periodicità delle verifiche
Il datore di lavoro è tenuto a richiedere la verifica periodica degli impianti elettrici di messa a terra e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche ogni:
– 2 anni (verifica biennale) per:

gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche in luoghi con pericolo di esplosione;

gli impianti di terra e gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche a servizio di:

Cantieri;
ambienti a maggior rischio in caso di incendio, cioè quelli definiti da CEI 64-8 sez 751;
Locali adibiti ad usi medici.
– 5 anni (verifica quinquennale) per tutti gli altri casi.


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domenica 13 maggio 2018

Silvio ora si può candidare alle Elezioni


BERLUSCONI DORME MENTRE SI DISCUTE DEL GOVERNO
CON IL PRESIDENTE DELLA 
REPUBBLICA MATTARELLA



Silvio Berlusconi potrà di nuovo correre per le elezioni. 
A deciderlo il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Vengono dunque di fatto cancellate le conseguenze della condanna del 2013 legata al processo sul diritti Mediaset che aveva fatto scattare l'incandidabilità per l'ex premier prevista dalla cosiddetta legge Severino.



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Ora l'offerta per Comprare la Rai. Storia di un'anomalia italica. Con la sinistra spettatrice...






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mercoledì 9 maggio 2018

I Lavoratori Precoci Scrivono a Salvini e Di Maio


Le ultimissime novità sulle pensioni, dopo le parole di Mattarella, giungono dai lavoratori precoci, che non hanno certo preso di buon grado il non accordo tra M5S e Lega. Così sui social è iniziata ad impazzare la paura di un eventuale Governo tecnico, non eletto dal popolo, che fa tornare alla mente la precedente Riforma delle pensioni Fornero. Un incubo, un eventuale riforma bis, da cui i lavoratori desiderano allontanarsi il più possibile. Ecco le sensazioni e le angosce sul web.

Riforma pensioni, paura di un Governo tecnico
Pino Andreoli, membro del gruppo ‘lavoratori precoci uniti  a tutela dei propri diritti’ , ha scritto poco dopo aver sentito parlare il Presidente della Repubblica: “Al solo sentire parlare di governo tecnico mi viene il terrore addosso. La mia data prevista per il pensionamento è la prima settimana di settembre. Ce la farò o sarò vittima come per la Fornero?”

I lavoratori, anche quelli prossimi alla pensione, sono terrorizzati dalla fase di stallo attuale e temono il peggio, l’incubo di un governo tecnico la fa da padrone e genera agitazione tra gli iscritti ai gruppi social. Vi è chi con maggiore serenità, seppur allibito dalla mancanza di responsabilità dimostrata dai partiti, cerca di tranquillizzare gli altri, come Giovanni Merli: “Ce la fai ce la fai, io vado il primo ottobre con 43 anni di lavoro, il DEF è stato presentato da Gentiloni a politiche invariate, a questo punto se ne parla in finanziaria 2018 per il 2019…però ho dei seri dubbi che si farà qualcosa per eliminare o quantomeno modificare la legge Fornero”. Poi vi è anche chi come Moreno Barbuti, veterano del gruppo e spesso in prima linea,  si rivolge direttamente a Salvini e Di Maio invitandoli ad un ripensamento responsabile per il bene del Paese, ecco la sua lunga missiva.

Pensioni 2018, il precoce Moreno scrive a Salvini e Di Maio
“Caro Matteo Salvini, caro Luigi Di Maio. Sono passate sei settimane dal voto del 4 marzo e noi cittadini che stiamo seguendo con trepidazione l’evolversi della politica, siamo in attesa di sapere chi guiderà il nostro Paese. Dopo più di due mesi purtroppo non vediamo alcun Governo profilarsi all’orizzonte. Ciò che notiamo è che si sta perdendo tempo in chiacchiere, in tentativi di affermare orgogliosamente la propria fazione politica più che cercando di trovare una soluzione reale che porti beneficio alla popolazione. Abbiamo bisogno di sicurezza, di vedere che le persone che abbiamo eletto prendano in mano ora la situazione e mantengano ciò
che ci hanno promesso in campagna elettorale”

Poi aggiunge, spiegando il suo pensiero, che è comune a migliaia di lavoratori: “ Altrimenti tutto diventa una farsa, una conferma del fatto che le promesse elettorali servono solo per prendere voti e per accaparrarsi un posto in parlamento, dimenticandosi totalmente delle esigenze principali della nazione. Sto parlando delle esigenze economiche e sociali, delle esigenze del welfare in particolare delle modifiche che tutti stiamo aspettando sulla riforma Fornero, della sanità, della scuola e di tante altre problematiche che incombono sull’Italia.”
Poi continua, lanciando loro un appello/ proposta a collaborare insieme.

Riforma pensioni 2018, Barbuti: coalizione di Governo anche solo provvisoria
Spiega Barbuti  il fulcro deve essere la volontà dei partiti di soddisfare quanto richiesto loro dagli elettori per il bene del Paese, lo scopo deve essere rispettare gli impegni presi in campagna elettorale e agire concretamente, insieme e responsabilmente per risolvere molti dei problemi irrisolti. Ecco le sue parole nell’invito ai due leader: “Se voleste, con più umiltà, avreste sicuramente la possibilità di formare una coalizione di Governo che almeno provvisoriamente possa insediarsi e risolvere le sopra citate problematiche. Con tutte queste necessità impellenti, che richiedono una soluzione a breve termine, vedere che i nostri politici si accapigliano e mettono al primo posto il loro orgoglio e la loro necessità di affermarsi , a noi cittadini dà un po’ fastidio. Stiamo perdendo totalmente la fiducia nella politica! Vi rendete conto di questo vero? A che serve andare a votare se poi delle nostre scelte ne fate carta straccia? Forza, trovate un accordo che possa consentire al nostro bellissimo Paese di uscire dal pantano in cui si trova!”


Poi conclude tirando in ballo lo spauracchio di un eventuale Governo tecnico: ” Il rischio è quello di trovarci con un Governo tecnico non eletto da nessuno, azzerando completamente la volontà degli elettori. Che senso avrebbe trovarci con un Governo non eletto dopo che noi abbiamo deciso di avere voi alla nostra guida? A questo dovete pensare, piuttosto bisogna fare un passo indietro umilmente, anche due se necessario, ma il bene del paese e il rispetto degli elettori e del progetto che hanno scelto dandovi il voto, va rispettato!! . Infine l’invito a Salvini e Di Maio  a ripensarci: “Domani speriamo di sentire che avete deciso di accordarvi per il bene comune.
Buon lavoro, credo ne abbiate davvero bisogno”.




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giovedì 3 maggio 2018

LAVORO : Concorso per mille posti all'Inps



Un concorso pubblico per quasi mille posti di lavoro all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. E' stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2018 n° 34, il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a 967 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS, area C, posizione economica C1 (qui il testo completo del bando).


Per poter poter partecipare al concorso è necessaria, fra gli altri requisiti, una laurea magistrale o del 'vecchio ordinamento'. La domanda, debitamente compilata, deve essere presentata utilizzando il servizio online entro e non oltre le ore 16 del 28 maggio 2018.






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martedì 1 maggio 2018

Buona Festa del Lavoro ai Disoccupati



Buona Festa del Lavoro . 
Se Siete in cerca di occupazione ISRIVETEVI , GRAZIE
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25 Aprile : Foto e Video



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