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sabato 7 luglio 2018

Pensioni anticipate 2018, novità al 6/7

Oltre a quota 100 spunta il superbonus

 Oltre a quota 100 spunta il superbonus

Le ultimissime novità al 6 luglio 2018 riguardano da un lato gli avvertimenti di Tito Boeri sul fatto che le misure pensate dal neo Governo, come quota 100 e 41, siano troppo esose per le casse dello Stato e penalizzanti per le future generazioni, con stime ben diverse da quelle ipotizzate da Salvini e Di Maio, dall’altro da Brambilla, esperto previdenziale e mente del capitolo previdenziale della Lega, che conferma i costi esosi della controriforma, ma annuncia che la stessa sarà in realtà molto più complessa ed articolata di come possa sembrare sulla carta. Ad esempio alla quota 100, a partire dai 64 anni d’età e 36 di contributi, si assocerebbe un superbonus del 30% per chi invece decidesse di restare, nonostante il montante contributivo raggiunto, sul posto di lavoro. Vediamo in dettaglio l’ultima novità del governo gialloverde in campo previdenziale.

Pensioni ultimissime novità, spunta il superbonus del 30%
Per superbonus si intende una sorta di beneficio che verrà concesso a quanti pur essendo arrivati in età di pensionamento decideranno di proseguire nell’attività lavorativa. Una sorta di incentivo a non lasciare il posto di lavoro, affinché non vi sia la famosa migrazione pensionistica temuta dal Presidente dell’Inps con l’avvio della misura quota 100 e 41.5. Per Boeri infatti ripristinando le pensioni di anzianità con quota 100 e 41 vi sarebbero nell’immediato 750 mila pensionati in più ed il numero salirebbe ancora nel 2020, in quanto potrebbero beneficiare della nuova riforma, ben 1 milione di soggetti in più. Numeri da capogiro che potrebbero non essere sostenibili dalle casse dello Stato, creando, dice Boeri allarmato, conseguenti devastanti non solo per l’economia del Paese, ma anche per le generazioni di oggi. La quota 100, infatti, indipendentemente dalla sua formulazione, paletti più o meno restrittivi, costerebbe comunque molto.

Ma da Brambilla e dalla Lega arriva l’ultima novità per contenere l’effetto di ‘uscita in massa’ ossia il superbonus del 30% per chi continuerà a lavorare. Quanti lo faranno rinunceranno all’accredito dei contributi ottenendo in busta paga un extra esentasse  pari al valore della contribuzione. Si tratterebbe, a conti fatti, dice Brambilla, di un aumento del 30% in busta paga che potrebbe dunque far riflettere i lavoratori sul fatto che sia poi davvero conveniente smettere subito di lavorare una volta ottenuti i requisiti per poter accedere alla quota 100. Le considerazioni, alla luce dei commenti che ci pervengono sul sito sono d’obbligo.

Considerazioni sulla proposta del superbonus del 30%
I lavoratori stanno chiedendo da tempo ed in tutti i modi al Governo del Cambiamento di poter uscire dal mondo del lavoro attraverso o la quota 100 senza paletti, 60+40, o dopo 41 anni di servizio indipendentemente dall’età. Chiedono al Governo di poter accedere alla quiescenza dopo una vita di lavoro, una soluzione che permetterebbe, a detta di molti lavoratori, di consentire finalmente quel ricambio generazionale necessario anche alle aziende.

Gli anziani in pensione ed i giovani al lavoro è effettivamente sempre stato anche il motto di Cesare Damiano, dunque difficilmente crediamo che il bonus del 30% possa essere la soluzione per far restare al lavoro quanti lamentano da tempo di svolgere un mestiere gravoso ed usurante e che altro non aspettano se non riforme che permettano loro di uscire senza perderci. Continua anzi sui social la delusione per il fatto che il governo gialloverde non stia pensando a misure idonee a tutti, ma abbia già posto molti limiti , non menzionati in campagna elettorale, che ridurranno la platea dei possibili beneficiari. Si pensi per la quota 100, ai 64 anni d’età, oltre al fatto che il montante contributivo potrà essere raggiunto conteggiando solo 2/3 anni di contributi figurativi, e l’assegno pensionistico verrà calcolato su base contributiva da 1996.  Forse il Governo per accontentare i suoi elettori più che ad un bonus dovrebbe pensare a come abbattere i paletti imposti, nonostante il problema risorse che era chiaro già in campagna elettorale, ma che non ha impedito promesse, che ora tutti si aspettano di vedere realizzate. Auspicando, inoltre, che non si voglia prendere seriamente in considerazione l’idea del ricalcolo contributivo puro per tutti ovvero anche per le pensioni in essere.


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