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sabato 13 ottobre 2018

Pensioni anticipate 2018-19, Quota 100, spuntano le finestre

Pensioni anticipate 2018-19, Quota 100, spuntano le finestre

Per fare quadrare i conti sulle misure da introdurre in Ldb 2019, si è giunti ad una possibile mediazione, che vede ipotizzare il ritorno delle “finestre” per poter accedere alla pensione anticipata. In sintesi per poter uscire dal lavoro con quota 100, non solo bisognerà soddisfare i 2 paletti cardine della misura: avere 62 anni compiuti e 38 anni di contributi, ma l’uscita scatterà solo da aprile 2019, ed avrà poi cadenze trimestrali.

Questo dovrebbe consentire di rendere meno oneroso l’allentamento dell’attuale Legge Fornero e consentire anche l’avvio del reddito di cittadinanza, sempre ad aprile. “Una doppia mossa– si legge su Il Quotidiano- favorita e sostenuta dal duo Tria-Giorgetti, d’accordo con il premier Giuseppe Conte, che finisce per ridurre da 16 a 12 miliardi l’impatto del duplice intervento sui conti del prossimo anno all’insegna del principio Quota 100 parte a gennaio, ma scatta ad aprile”. I dettagli e le ultime novità al 12/10.

Pensioni quota 100, Patuanelli (M5S): slittamento tempi rispetto all’ ipotesi iniziali
Sia il reddito di cittadinanza quanto l’intervento sulle pensioni verranno erogate in primavera, non prima di aprile, subendo, dunque, uno slittamento rispetto alla calendarizzazione ipotizzata inizialmente, a confermarlo anche Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S in Senato e Paolo Savona, ministro degli affari europei, in Aula alla Camera in sede di replica sulla Nadef. Le due misure ha detto, saranno introdotte con gradualità, proprio questa permetterà una significativa riduzione del rapporto debito-Pil nel prossimo triennio.

La vera novità tocca specialmente le pensioni, sul reddito di cittadinanza i tempi preventivati per l’avvio erano già sostanzialmente questi, mentre per la quota 100 Salvini aveva detto che misura di pensione anticipata sarebbe stata operativa già da gennaio 2019, una mediazione dunque, quella sulle pensioni, importante. Inoltre precisa il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi,  è sempre più “possibile” che vengano reintrodotte le finestre per poter uscire dal lavoro, il meccanismo partirebbe dunque dopo il primo trimestre, e le date per poter uscire anticipatamente sarebbe poi fissate per il 2020 in  aprile, luglio, ottobre e gennaio. Quel che pare abbastanza chiaro al momento, indipendentemente dalle specifiche sulle finestre future, è che anche chi avrà già maturato i requisiti per la quota 100, 62 anni e 38 di contributi- la platea dovrebbe riguardare circa 400 mila potenziali beneficiari-  non potrà andare in pensione il 1° gennaio, ma dovrà aspettare la prima finestra disponibile: aprile.

Riforma pensioni 2018/19: sarà graduale e forse temporanea
La gradualità e lo slittamento avranno riflessi anche sui costi della manovra, nella Nadef si era indicato per il  2019 per pensioni e reddito di cittadinanza, un onere di 16 miliardi di euro.  Rimandare l’avvio dopo il primo trimestre potrebbe garantire una riduzione di spesa di almeno 4 miliardi. Su Il Quotidiano si legge che però il pacchetto previdenza, non dovrebbe limitarsi alla sola quota 100, ma dovrebbero rientrare:

lo stop dell’adv per le pensioni anticipate,
l’aumento a 67 anni per quella di vecchiaia, ma come limite massimo che non dovrà più subire aumenti negli anni futuri,
la proroga di almeno un anno per l’ape sociale e degli scivoli 
già previsti per l’uscita a 41 anni dei precoci
 in ballo, si legge, ci sarebbe anche l’opzione donna.
Indubbiamente tanta ‘carne sul fuoco’, sebbene nella lista fatta manchi la salvaguardia definitiva degli esodati, dimenticanza o volontà del Governo di agire prima della prossima Ldb 2019, con un decreto legislativo imminente? Non resta che attendere per comprendere quali misure vedranno la luce già nella prossima Legge di Bilancio,  e soprattutto da quando e per quanto tempo, visto che Tria nei giorni scorsi parlava di misure temporanee e sperimentali.



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