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lunedì 25 febbraio 2019

Niente più Controlli per le Spese del Reddito di Cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza



Niente più polizia dell’Internet in arrivo se spendi i soldi del reddito di cittadinanza da Unieuro. Ieri in Commissione al Senato è stato approvato un emendamento che prevede che lo Stato possa monitorare «i soli importi complessivamente spesi e prelevati» dalla Carta per il reddito di cittadinanza. La norma recepisce le obiezioni del Garante della privacy, che dovrà essere sentito dal ministero per la scrittura del decreto che disciplinerà il monitoraggio. La versione attuale del testo prevede invece che lo Stato possa verificare il dettaglio delle singole spese effettuate con la Carta.

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza

Niente più controlli per le spese del reddito di cittadinanza




Non che non fosse possibile già prima come fare acquisti immorali con il reddito di cittadinanza: con il Bancomat o la Postepay il denaro si può prelevare dal conto corrente quindi in questo modo una volta che una persona ha i contanti in mano le sue spese non saranno più tracciabili e potrà darsi alla pazza gioia (si fa per dire) con le spese immorali. Di nuovo: chi ha reddito pari a zero e non ha un conto corrente come farà? Non basta dire che tutti hanno il conto corrente altrimenti come fanno a pagare la Colf e la Badante (ve li immaginate quelli che non hanno soldi che pagano la donna di servizio? E poi per la legge colf e badanti si possono ancora pagare in contanti) perché quando si parla di situazioni di povertà e di indigenza non è una cosa che può essere data per scontata.



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lunedì 18 febbraio 2019

Da Unione a Comunità col Reddito Universale Europeo

Da Unione a Comunità col Reddito Universale Europeo


 Siamo in guerra e il nostro nemico è la povertà. Tutti siamo a rischio, nessuno è escluso. Tutti possono perdere il lavoro o avere qualche imprevisto nella vita. Non c’è nessuna colpa.

Il problema è che questa guerra la stiamo perdendo.

Oggi il rischio di povertà e di esclusione sociale nell’UE è allarmante. Da un lato abbiamo i livelli di disoccupazione troppo alti e che colpiscono particolarmente i giovani, dall’altra abbiamo la  rivoluzione tecnologica e digitale che sta cambiando i pilastri fondamentali dell’occupazione.

Secondo Eurostat, 113 milioni di europei sono in condizioni di povertà o di esclusione sociale.

Con l’introduzione dell’euro si sono create divergenze economiche tra i paesi membri: di fatto ci sono paesi di seria A e di serie B. Oggi nell’UE ci sono importanti squilibri in termini di investimenti pubblici nell’istruzione, nella sanità o nella sicurezza sociale.

Sicuramente non è l’Europa che voleva Spinelli. 

Il vero spettro che aleggia sul sistema sociale di tutti i paesi industrializzati si chiama “automazione”. I processi produttivi e di erogazione di servizi stanno cambiando così velocemente che nessuno di noi sa bene cosa succederà tra 5 anni.

La riposta a questa insicurezza cosmica potrebbe essere il Reddito Base Europeo. Un reddito concesso incondizionatamente a tutti i cittadini dell’UE e ai residenti legali a lungo termine.

Questo rappresenterebbe un modo intelligente per affrontare le urgenti priorità sociali:

Ridurre la povertà e le disuguaglianze di reddito;
Fornire un reddito che non sostituirebbe i programmi nazionali di assistenza sociale per i disoccupati, ma si aggiungerebbe ad essi;
Ridurre gli squilibri economici e sociali eccessivi tra i paesi della zona euro;
Tale Eurodividend sarebbe distribuito a tutti i residenti adulti degli Stati membri dell’UE su base individuale e senza test di verifica o requisiti di lavoro. E potrebbe partire da 200 euro a testa. 

Si potrebbe mettere in atto già da domani. Infatti i primi studi dicono che la cifra di 200 euro è ampiamente sostenibile dall’UE e sarebbe un primo passo importante. Concreto.

Un Eurodividend non è destinato a sostituire i sistemi di welfare e di reddito minimo nazionali. Al contrario, fornisce un cuscinetto su cui gli stati membri possono basarsi e adeguarsi per portare avanti i vari programmi di welfare nazionali. Tutto per garantire una vita decente a tutti i cittadini. 

L’Eurodividend è un giusto meccanismo redistributivo che garantirebbe a tutti gli europei di beneficiare ugualmente della ricchezza generata dall’integrazione europea.

Ma la domanda che viene spontanea è sostanzialmente una: è sostenibile? La risposta è si. 

Il finanziamento potrebbe essere basato su una combinazione dei seguenti prelievi: un’IVA europea, un’imposta sul reddito delle società europee, magari quelle a più alto tasso di automazione, una tassa europea sul carbonio e una tassa sulle transazioni finanziarie europee. In più potrebbe essere integrata da una riassegnazione di alcuni Fondi europei poco usati. Gli strumenti di certo non mancano. C’è bisogno di volontà. Ciò che conta è che il suo finanziamento dipenda dalle risorse proprie dell’UE per stabilire un chiaro legame tra il bilancio dell’UE e i benefici per i cittadini europei.

Sarebbe il primo passo fatto davvero verso l’idea dell’integrazione europea.

Per ora parliamo di 200 euro al mese. Sicuramente pochi. Ma già qualcosa su cui contare e da cui partire. Se fossero di più potremmo far studiare migliaia di ricercatori, formare migliaia di persone.

Tutti hanno il diritto di sentirsi realizzati e di vivere la vita facendo ciò che vogliono, non ciò che serve al mercato. Ricordo che la maggior parte delle invenzioni e delle scoperte che hanno cambiato la nostra storia sono state accidentali. Al mercato non serviva la macchina da stampa e l’uomo è sopravvissuto anche prima della penicillina.

Oggi si sta iniziando a parlare di qualcosa che dovrebbe essere su tutti i TG da tempo. Fare in modo che nessuno sia più costretto alla povertà. Un modo semplice e veloce per portare avanti questa discussione non c’è. Ma dobbiamo iniziare a farlo.

Dobbiamo pensare di creare un sistema che formi persone, non lavoratori.

di Beppe Girollo 
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domenica 17 febbraio 2019

Buonuscite Milionarie dei Top Manager


Martin Winterkorn


Liquidazioni milionarie: tutti i TFR da record
Continua la lunga serie di buonuscite milionarie che i top manager delle grandi aziende incassano lasciando il posto di lavoro.


Quando si dice ‘buonuscite milionarie‘ vengono in mente scenari scandalosi, dove i Top Manager ricevono cifre astronomiche per lasciare posti di comando in mano a qualche altro professionista. La prassi delle liquidazioni milionarie ai manager di alto livello è una pratica tutta italiana esportata anche all’estero, più volte analizzata da inchieste giornalistiche su carta e in tv, che scandalizza tutti, ma sembra non trovare una soluzione. L’Italia cerca di riprendersi dalla crisi economica, la disoccupazione giovanile grava sul futuro, ma a certi livelli non sembra essere un problema che i salari medi siano in netta discesa, e che la crescita sia quasi pari a zero. L’importante è spremere le aziende collezionando un TFR da capogiro. L’ultimo polverone sulle buonuscite milionarie si è creato dopo la diffusione della notizia-scandalo sui dati falsi delle emissioni di particolato delle vetture Volkswagen, dove nel mirino dei tagli (dorati) è finito Martin Winterkorn, il dimissionario amministratore delegato del marchio automobilistico. E Di seguito allora diamo uno sguardo alla classifica delle buonuscite da record dei manager più potenti degli ultimi anni.


Martin Winterkorn
nella foto
Scandalo Volkswagen


All’ex top manager di Volkswagen dimissionario dopo lo scandalo, Martin Winterkorn, spetterebbe una pensione complessiva di 28,6 milioni più 31,8 milioni di liquidazione, nonché la poltrona, che già occupa, nel consiglio di sorveglianza della squadra di calcio Bayern München. E un’auto Volkswagen a disposizione per gli anni a venire.








Luca Cordero di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo


In settembre 2014 fu la volta della liquidazione di 27 milioni di euro a Luca Cordero di Montezemolo, sommati al patrimonio di 112 milioni guadagnati dal 2002 in Ferrari, compresi compensi, ulteriori bonus e stock option. Tuttavia la liquidazione di Montezemolo è soltanto l’ultima di una lunga serie di buonuscite milionarie che i top manager delle grandi aziende hanno incassato prima di andare in ‘pensione’ dai relativi posti di comando, e non è neanche nella top 3 delle liquidazioni più cospicue della recente storia italiana.






Cesare Romiti

Cesare Romiti


Il primato, infatti, spetta a Cesare Romiti che quando lasciò la presidenza di Fiat nel 1998 ricevette una somma pari a 101,5 milioni di euro lordi.










Alessandro Profumo

Alessandro Profumo


Al secondo posto troviamo Alessandro Profumo, al quale, per uscire da Unicredit nel settembre del 2010, venne versata una buonuscita di 40,59 milioni di euro.










Matteo Arpe

Matteo Arpe

Al terzo posto c’è Matteo Arpe, uscito da Capitalia nel maggio 2007 
con 37,4 milioni di liquidazione ed un notevole pacchetto azioni.









Fausto Marchionni

Fausto Marchionni


Ma di esempi ce ne sono tanti: nel 2011 Fausto Marchionni lascia la dirigenza di Fondiaria Sai con una liquidazione da 10 milioni e mezzo di euro
 (tra l’altro dopo che la società perse oltre l’83% in Borsa).?









Antonio Vigni

Antonio Vigni
Antonio Vigni, ex direttore generale del Monte dei Paschi di Siena (banca che nel 2011 chiude con una perdita consolidata di 4,68 miliardi, il cui titolo brucia il 65% del proprio valore), è diventato il banchiere più pagato d’Italia in quell’anno: 5,4 milioni di cui una buonuscita di 4. ?






Famiglia Ligresti


Jonella e Paolo Ligresti
Famiglia Ligresti


Jonella Ligresti e Paolo Ligresti, rispettivamente presidente e presidente onorario di Fondiaria Sai, riescono a racimolare ben 2,51 e 2,14 milioni di euro nel 2011, nonostante il rosso di oltre un miliardo e mezzo in due anni.







Roberto Colaninno


Roberto Colaninno


E ancora, altri casi di liquidazioni d’oro risalgono al 2001, 
quando Roberto Colaninno fu liquidato da Olivetti con 17 milioni di euro.








Cesare Geronzi

Cesare Geronzi


Cesare Geronzi prese una liquidazione di 16 milioni dopo un solo anno in Generali.







Paolo Scaroni

Paolo Scaroni
Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di Eni, detiene il record tra i manager pubblici con una liquidazione di 8,3 milioni di euro.








Richard Fuld

Richard Fuld
La Lehman Brothers fallì nel settembre del 2008 dopo 14 anni di governo dell’amministratore delegato Richard Fuld. Nei sette anni precedenti i compensi totali del banchiere americano furono quasi 270 milioni di euro.





Martin Sullivan

Martin Sullivan
Martin Sullivan, ex amministratore delegato della Enron (USA), ricevette un assegno da 19 milioni di dollari in occasione delle dimissioni ma il denaro fu congelato su richiesta delle Autorità.






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mercoledì 13 febbraio 2019

Raccolta Fondi per Associazione Disoccupati


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con Internet Gratuito.


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lunedì 4 febbraio 2019

Reddito di cittadinanza, online il sito

Puoi presentare la domanda a partire dal 6 marzo: online su questo sito

Reddito di cittadinanza, online il sito: 
ecco come funzionerà

Puoi presentare la domanda a partire dal 6 marzo: online su questo sito, presso tutti gli uffici postali e presso i CAF. Hai tempo fino al 31 marzo per richiedere il contributo che sarà erogato ad aprile. 
A pochi minuti dalla conferenza stampa di presentazione, raggiungendo l’indirizzo www.redditodicittadinanza.gov.it 
è stato possibile consultare “in anticipo”, alcune delle informazioni riportate dal portale sul reddito di cittadinanza, e scoprire la veste grafica del portale.

In particolare, dalla home è possibile, oltre il passaggio sul 6 marzo, visionare alcune voci: “Cos’è il reddito di cittadinanza”, “A chi è destinato”, “Come si calcola”, “Come richiederlo e come usarlo”, “Perdita del diritto”, “Patto per il lavoro e patto per l’inclusione sociale”, “Vantaggi per chi assume”.


RIFORME  04 febbraio 2019
Reddito di cittadinanza: Di Maio e Conte presentano carta e sito. Istat: assegni per 2,7 milioni di cittadini
Per il primo mese il sito servirà solo a fornire informazioni. Dal 6 marzo, infatti, scatterà il “secondo” tempo, più operativo: diventerà il canale attraverso il quale sarà possibile richiedere in via telematica il reddito di cittadinanza. Sarà una sorta di “sportello virtuale” al quale si affiancheranno quelli, reali, di Poste e Caf. Prima, però, sarà necessario richiedere l’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il reddito di cittadinanza è la “misura di bandiera del M5s”, inserita nel decretone con quota 100 per andare in pensione.

Come richiederlo e come usarlo 
«La domanda per il Reddito di cittadinanza - si legge nel portale, nella voce apposita - può essere presentata telematicamente attraverso questo sito, presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o, dopo il quinto giorno di ciascun mese, presso gli uffici postali (gestore del servizio integrato di cui all'articolo 81, comma 35, lettera b), del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133)». Nessun riferimento sulla data del 6 marzo (che è invece riportata in altre sezioni del portale, a cominciare dalla home).

La carta di pagamento
«Le informazioni contenute nella domanda del Reddito di cittadinanza - si legge ancora nel materiale informativo posto online - sono comunicate all'INPS entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. L'INPS, entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelle delle amministrazioni collegate e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso un'apposita Carta di pagamento elettronica (Carta Reddito di cittadinanza) che, attualmente, viene emessa da Poste Italiane». Quando si ritira la carta? Una volta presentata la domanda, ed effettuata la verifica da parte dell’Inps, «ti sarà comunicato - si legge ancora - quando e in quale ufficio postale potrai ritirare la Carta del Reddito di cittadinanza».

Cosa si può acquistare
« Oltre all'acquisto di beni e servizi di base, essa consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore a 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementata in base al numero di componenti il nucleo) ed effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell'intermediario che ha concesso il mutuo. È vietato l'utilizzo del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità. Ai beneficiari della Carta sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate».

Cosa accade alla somma non spesa
«Il beneficio - si legge ancora sul sito - deve essere fruito entro il mese successivo a quello di erogazione. L'importo non speso o non prelevato viene sottratto nella mensilità successiva, nei limiti del 20% del beneficio erogato. Fanno eccezione gli importi ricevuti a titolo di arretrati. È prevista inoltre la decurtazione dalla Carta degli importi complessivamente non spesi o non prelevati nei sei mesi precedenti, ad eccezione di una mensilità. Le modalità di monitoraggio e verifica della fruizione del beneficio e delle eventuali decurtazioni saranno definite con un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze».

La convocazione presso il Centro per l’impiego 
La voce “Sottoscrivi i Patti” mette in evidenza che «in funzione dei tuoi requisiti sarai convocato dai Centri per l'impiego per sottoscrivere un Patto per il Lavoro o dai Comuni per sottoscrivere un Patto per l'Inclusione sociale».

Di Maio: nel sito indicazioni sui documenti per fare a marzo la domanda
«Il sito - ha spiegato nelle ultime ore il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio - sarà abilitato per tutto il Paese e spiegherà agli italiani quali documenti per fare a marzo la domanda sul reddito».

Da il Sole 24 ore



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