Ecco cos’è,
come presentare domanda e chi potrà richiederlo.
Assegno di ricollocazione per i disoccupati che cercano lavoro: le domande potranno essere inviate a partire dal 3 aprile 2018.
L’assegno di importo compreso tra i 250 euro e i 5.000 euro non è una novità ma si tratta di una misura introdotta con il Jobs Act per favorire le politiche attive per il lavoro e per contrastare la disoccupazione.
Dopo il deludente avvio sperimentale ora l’assegno di ricollocazione è pronto ad entrare a regime, puntando ad aiutare i disoccupati non soltanto alla ricerca del lavoro ma anche alla promozione della propria esperienza lavorativa.
Cos’è l’assegno di ricollocazione e chi potrà richiederlo? A differenza dell’assegno di disoccupazione e di altre forme di sostegno al reddito, l’importo riconosciuto (sulla base di specifici requisiti e parametri) non verrà erogato in forma monetaria, ma sarà una sorta di buono da spendere presso i CPI o le Agenzia per il lavoro private per la ricerca di un nuovo lavoro.
Potranno richiederlo, presentando domanda, i disoccupati che ricevono la Naspi da più di quattro mesi e i soggetti beneficiari del ReI, il reddito di inclusione.
Una delle criticità e dei motivi del flop della misura potrebbe essere, a ben vedere, la scarsa informazione: in molti credono che richiedendo l’assegno di ricollocazione si perda il diritto a beneficiare della Naspi, l’indennità di disoccupazione.
Non è così e di seguito cerchiamo di capire cos’è, a cosa serve e qual è l’utilità dell’assegno di ricollocazione 2018.
Assegno di ricollocazione: cos’è?
L’assegno di ricollocazione è contributo rivolto ai disoccupati ed è stato introdotto con l’obiettivo di implementare le possibilità del lavoratore di trovare un nuovo lavoro.
Introdotto con il Jobs Act e attivo già nel 2017 in via sperimentale per 30.000 disoccupati, sarà esteso a partire da aprile 2018 ai percettori di Naspi e ReI che presenteranno domanda.
Il nuovo sussidio per i disoccupati non è un contributo erogato direttamente ai lavoratori in forma monetaria ma, come già anticipato, l’importo del voucher sarà erogato dallo Stato ai CPI o alle Agenzie per il lavoro soltanto dopo la firma del contratto di lavoro da parte del beneficiario.
Chi può richiedere l’assegno di ricollocazione dal 3 aprile 2018?
Possono richiedere l’assegno di ricollocazione, presentando domanda all’ANPAL dal 3 aprile 2018 i soggetti che possiedono uno dei seguenti requisiti:
essere disoccupati e percettori di Naspi da più di 4 mesi;
essere tra i beneficiari del ReI, il reddito di inclusione, che prevede la stipula di un patto di servizio personalizzato per l’inserimento del mondo del lavoro;
essere un lavoratore titolare di accordo di ricollocazione
Pur nel rispetto dei requisiti sopra delineati, non potranno richiedere l’assegno di ricollocazione i disoccupati:
già impegnati in misure di politica attiva analoghe (solitamente denominate contratto/assegno di ricollocazione, accompagnamento al lavoro o dote lavoro) erogate dalle Regioni e Province Autonome, per tutta la durata dell’erogazione della misura regionale;
coinvolti in misure di politica attiva finanziate da un soggetto pubblico (quali corsi di formazione per l’inserimento lavorativo, corsi di formazione per l’adempimento dell’obbligo formativo, tirocini extracurriculari, servizio civile);
destinatari di un finanziamento pubblico per l’avvio di un’attività di lavoro.
Come funziona
L’assegno di ricollocazione è erogato ai disoccupati che presentano domanda sul sito ANPAL o presso un Centro per l’impiego.
Con la presentazione della domanda si dovrà scegliere l’ente presso cui ricevere assistenza per la ricerca di lavoro ed entro 7 giorni il lavoratore riceverà il voucher per pagare i servizi dell’Ente prescelto.
L’importo dell’assegno di ricollocazione, pari ad un minimo di 250 euro e fino a 5.000 euro è calcolato sulla base del gradi di difficoltà al reinserimento del lavoratore nel mercato del lavoro.
Non è il lavoratore ad incassare l’assegno, ribadiamo, ma l’Ente che presta servizio di assistenza nella ricerca di lavoro e tali soggetti potranno incassare l’importo soltanto dopo che il lavoratore avrà stipulato un nuovo contratto.
Per i contratti a tempo indeterminato è prevista l’erogazione dell’importo pieno dell’assegno di ricollocazione, ovvero i 5.000 euro. Per i contratti a tempo determinato che durino, tuttavia, almeno 6 mesi, verrà concessa la metà dell’importo.
Con l’assegno di ricollocazione si perde la Naspi?
Il lavoratore che richiede l’assegno di ricollocazione è obbligato ad accettare le offerte di lavoro congrue proposte dal CPI o dall’Agenzia per il lavoro, pena la revoca del diritto a percepire la Naspi.
Secondo il presidente ANPAL, Del Conte, è questo uno dei motivi che ha causato il flop della sperimentazione dell’assegno di ricollocazione:
“Ci vuole una campagna di informazione massiccia; è importante dire che non c’è nulla da perdere. Non si perde la Naspi se non viene fatta un’offerta di lavoro congrua”.
In molti, come affermato dal Del Conte, hanno contattato l’ANPAL proprio per chiedere rassicurazioni sul rischio di revoca della Naspi: non si perde sempre, quando si chiede l’assegno di ricollocazione, ma soltanto nei casi in cui il disoccupato rifiuti un’offerta di lavoro adatta al proprio profilo professionale;
“bisogna superare la predilezione per le politiche passive del lavoro e credere in quelle attive. Fare domanda per l’assegni di ricollocazione consente di trovare un posto di lavoro e fino ad allora non si perde nulla.”
Per maggiori dettagli e in attesa delle istruzioni operative su come fare domanda si consiglia di far riferimento alla delibera dell’ANPAL n. 3/2018.
http://www.anpal.gov.it/Normative/delibera-3-2018-modalita-operative-adr.pdf
ISCRIVETEVI AL GRUPPO
Disoccupati, si prefigge di portare avanti le istanze dei senza Lavoro IN RETE.
Sarebbe importante Costituire Finalmente un MOVIMENTO NAZIONALE
per Richiedere il Reddito di Esistenza a favore di tutti i Cittadini Italiani.
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per Richiedere il Reddito di Esistenza a favore di tutti i Cittadini Italiani.
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